L’etica dei ricambi.
In una congiuntura difficile per il nostro Paese, dove le acque sono più che agitate, un buon imprenditore che si rispetti sa tenere ben salde le mani sul timone aziendale. In un momento complesso, in cui lo stallo economico pesa come un macigno sul nostro generale apparato produttivo, la mossa più naturale ed istintiva che ci sia sarebbe quella di tirare i remi in barca. E invece no. Non è così nella filiera domestica dell’aftermarket che prova a fare un passo più in avanti. Più adulto. Andare oltre. Ma come? Rispettando le regole del gioco. E rispettare le regole del gioco vuol dire rispettare le collaborazioni, tener fede agli accordi di fornitura già presi. Pagare in pratica i fornitori, non interrompendo il circuito dei pagamenti che può generare un pericoloso black-out. Certo ci vogliono ampie garanzie sul piano bancario ed aiuti statali che il Governo ha già messo in piedi con una prima manovra.
Un mood meritorio e nobile che vive e si respira nel savoir faire manageriale dei nostri imprenditori. Che provano a non mollare e a non rimanere fermi. All’insegna della buona etica aziendale. Nel nome di un comportamento responsabile. Un esempio per tutti, ma che rispecchia il sentiment generale degli attori del post-vendita indipendente, arriva da Gaetano Riccio, amministratore delegato della Holding Parts Automotive Solution (neo realtà che opera nell’ aftermarket dei settori macchine movimento terra, mezzi pesanti ed automotive). Riccio affida ad un post su Linkedin quel senso di lealtà. Un manifesto dell’etica che brilla ancor di più in un momento incerto come quello attuale. “Condivido – si legge – con tutti gli amici del settore in cui operano le aziende del gruppo Holding Parts alcune semplici considerazioni relativamente all’attivismo con cui molti si stanno preparando ad affrontare questo periodo così anomalo che stiamo vivendo. Molti operatori della filiera distributiva da giorni, sia con comunicazioni dirette che tramite social network, anticipano loro preoccupazioni e comportamenti attesi relativamente alle obbligazioni finanziarie assunte nei mesi scorsi verso i propri fornitori. Personalmente non amo le comunicazioni indifferenziate e generaliste. Esiste fornitore e fornitore, esiste cliente e cliente. Per cui ritengo che non ci sia una regola applicabile indiscriminatamente. I rapporti commerciali importanti derivano da anni di collaborazione che hanno portato benefici comuni. Tali benefici si sono ottenuti perché ciascuno ha operato nel rispetto dei ruoli, nell’ambito di un insieme di regole accettate da entrambi. Per cui se si richiama il concetto di partnership, sarebbe corretto che ciò fosse valido per sempre e non utilizzato solo “pro domo nostra”. Se bisogna gestire l’eccezionalità del momento, lo si faccia in maniera trasparente e con la consapevolezza che non si può solo scaricare le problematiche a monte”. Ben dice anche Simone Simone Grilli, business development Marketing Manager, riprendendo una citazione di Marc Aguettaz: “i piloti che durante la permanenza in pista della safety car tenevano motore e gomme in temperatura, sarebbero ripartiti meglio di tutti al riaccendersi del verde”. Proprio così. Non tirare il freno. Non rimanere fermi. Ma sapersi orientare nella tempesta.
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